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“Spesso buono oltre”: nuova dicitura UE in arrivo

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La Commissione Ue ha presentato l’8 marzo 2023 una proposta di revisione delle norme sulla data di scadenza degli alimenti, agli esperti degli Stati membri. 

La proposta è quella di aggiungere la dicitura “Spesso buono oltre” alla già presente “da consumarsi preferibilmente entro”. 

La modifica rientra nella strategia Farm to Fork, annunciata per la prima volta da Bruxelles nel 2020.
Rappresenta uno dei punti cardine del Green Deal Europeo

L’obiettivo è quello di creare un sistema alimentare più sostenibile.
Proprio da quest’ultimo deriva ben un terzo delle emissioni di gas serra a livello mondiale, secondi i dati raccolti dall’Ipcc .

Perché si è resa necessaria una nuova dicitura? 

Come analizzato dall’Osservatorio Waste Watcher, e come conferma uno studio della Commissione europea, la maggior parte dei consumatori non è del tutto consapevole della differenza tra le due diciture già presenti sugli alimenti: “da consumare entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”. 

La prima formula, infatti si riferisce alla sicurezza dell’alimento, mentre il secondo alla qualità. 

La prima indica l’effettiva data di scadenza entro cui l’alimento è ancora sicuro per il consumatore, dopo la quale potrebbe ammuffire. 

La seconda, contrariamente, indica qual è il momento in cui cambia la qualità dell’alimento.
Dopo la data in cui è preferibilmente consumabile, l’alimento è ancora sicuro. Semplicemente potrebbe non presentare le stesse caratteristiche nutrizionali e gustative. 
La seconda formula, infatti, riguarda perlopiù prodotti freschi come yogurt, mozzarella, latte ecc. 

La nuova dicitura “Spesso buono oltre”, quindi, si è resa necessaria per facilitare la comprensione della data di scadenza del cibo.
Sortisce due effetti positivi: migliorare il processo decisionale del consumatore e ridurre, così, lo spreco alimentare. 

Quali sono le aspettative future?

Secondo la Commissione Europea, questa iniziativa potrebbe contribuire a ridurre lo spreco alimentare che, a livello europeo, si attesta intorno alle 57 milioni di tonnellate annue, ovvero 127 chili per abitante.

Il costo di questo spreco è di circa 130 milioni di euro l’anno.

L’aggiunta di questa nuova formula si impone nel Green Deal europeo che ha tra gli obiettivi la riduzione del 50% dello spreco alimentare europeo entro il 2030. 

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