Impatti ambientali: nuovo sistema di monitoraggio UE

Impatti ambientali: nuovo sistema di monitoraggio UE

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Nuovo sistema di monitoraggio UE per gli impatti ambientali.

Quali sono gli impatti ambientali della produzione e del consumo dei beni dell’UE? 

E come incide, quindi, lo stile di vita dei cittadini sull’ambiente?

I due nuovi indicatori UE

Scegliere un metodo di misurazione preciso e capire cosa misurare è l’unico modo per arrivare a conclusioni quanto più corrette e affidabili possibile. 

Finora, infatti, le conseguenze della produzione di beni erano state misurate e analizzate nei singoli Paesi europei. 

Questo meccanismo ha, però, una falla: non calcola i consumi generati a livello globale, al di fuori del Paese preso in considerazione. 

Per misurare con un approccio scientifico l’impatto della produzione e dei consumi, l’Unione Europea ha elaborato due nuovi indicatori: la Domestic Footprint (impronta legata alla produzione) e la Consumption Footprint (impronta legata ai consumi).

Come funzionano i nuovi indicatori?

La Domestic Footprint quantifica gli impatti ambientali legati alla produzione

Questi sono attribuiti a chi produce il bene e  il campo di analisi delle emissioni e delle risorse utilizzate si limita al territorio dell’Unione europea.


La Consumption Footprint quantifica, invece, gli impatti ambientali legati al consumo dei beni. In questo caso, quindi, non si tiene conto solo di quanto prodotto nel Paese preso in analisi, ma anche delle importazioni ed esportazioni. 

Il sistema di calcolo di entrambi gli indicatori considera sedici categorie di impatto ambientale: cambiamento climatico, riduzione dello strato di ozono, tossicità per gli esseri umani (cancerogena e non cancerogena), particolato, radiazioni ionizzanti, inquinamento fotochimico, acidificazione, eutrofizzazione dell’acqua, eco-tossicità delle acque dolci, uso del suolo, uso dell’acqua, utilizzo delle risorse fossili, utilizzo delle risorse minerarie e metalli.

Tutti questi impatti sono dannosi per la biodiversità, per il cambiamento climatico e anche per la salute dell’uomo.

La Consumption Footprint si concentra, inoltre, su cinque aree di consumo: settore alimentare, abitazioni, trasporti, beni di consumo (carta, prodotti per la casa, mobilia, abbigliamento) elettrodomestici, per un totale di 164 prodotti rappresentativi.

Gli indicatori sono calcolati sommando gli impatti ambientali dei prodotti in ogni area di consumo moltiplicati per la loro intensità di consumo.

Qual è la situazione attuale?

Per il momento gli indicatori ci dicono che tra il 2010 e il 2018 la Domestic Footprint dell’Unione europea è scesa in media del 12%. 

Al contrario, la Consumption Footprint: è aumentata del 4% dal 2010 al 2021. 

Il consumo di cibo è la principale fonte di impatto in tutte le nazioni dell’Unione europea.

In generale, le nazioni con Pil più alto, sono quelle con maggior impatto pro capite.


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