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Legge UE sul ripristino della natura

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Legge UE sul ripristino della natura: svolta storica

Dopo il dibattito di martedì, il Parlamento europeo ha adottato mercoledì 12 luglio la sua posizione negoziale sulla legge europea sul ripristino della natura con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni. 

Il Parlamento ha approvato il Nature Restoration Law, la proposta di Regolamento mirata al recupero della biodiversità e delle aree naturali gravemente compromesse.

L’obiettivo è quello di dare attuazione agli impegni che l’UE ha preso: ripristinare almeno il 20% degli habitat naturali degradati entro il 2030, e il 100% entro 2050.

Si tratta di obiettivi giuridicamente vincolanti che comprendono, tra gli altri, la rinaturalizzazione, il reimpianto di alberi, il rinverdimento delle città, la bonifica dall’inquinamento.

Alla biodiversità e al ripristino sono destinati circa 100 miliardi di euro nell’ambito del quadro finanziario pluriennale. La Commissione stima che la nuova legge apporterebbe notevoli benefici economici, in quanto ogni euro investito si tradurrebbe in almeno 8 euro di benefici.

Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del Regolamento, la Commissione dovrà valutare l’eventuale divario tra le esigenze finanziarie del ripristino e i finanziamenti UE disponibili e studiare soluzioni per colmare tale divario. (Fonte: https://www.foodandtec.com/)

La visione degli Stati membri

Il progetto presentato dalla Commissione europea propone di passare dalla protezione al recupero degli ambienti naturali attraverso Piani nazionali.

L’accordo sulla legge per il ripristino della natura è passato con il voto favorevole di 20 Ministri dell’ambiente europei. 

Alcuni Paesi membri, tuttavia, sono contrari e le perplessità più forti riguardano i finanziamenti e il supporto dato dai più conservatori alle associazioni agricole e della pesca.

Il ministro italiano dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ad esempio, sostiene che «il testo così com’è non fornisce le necessarie garanzie di efficacia e applicabilità. Le risorse necessarie per l’attuazione del regolamento devono essere chiarite e disponibili prima che lo stesso entri in vigore». 

A votare contro, per motivi diversi, Italia, Finlandia, Olanda, Polonia e Svezia. 

Austria e Belgio, infine, si sono astenute per problemi di attribuzione di competenza dei diversi livelli di amministrazione.

Nei prossimi mesi assisteremo, quindi, all’evolversi di questa iniziativa comunitaria, che rappresenta il primo grande atto legislativo degli ultimi 30 anni per proteggere la biodiversità nell’UE e, in quanto tale, può già essere definita una legge storica. 

Nel frattempo, è fondamentale che ognuno, come cittadino o come azienda, continui nel proprio piccolo a salvaguardare l’ambiente.

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